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Optima Italia: sanzione da un milione di euro per pratica commerciale scorretta

Sanzione da un milione di euro per pratica commerciale scorretta nei confronti di Optima Italia, verso la quale l’autorità Antitrust ha chiuso l’istruttoria sull’offerta commerciale multiservizi “Optima VitaMia”, che oggi ah un altro nome e che prevede la fornitura di energia, gas, telefonia fissa/mobile e Internet. L’authority nel 2019 ha accertato la violazione del codice del consumo, e oltre alla sanzione pecuniaria ha disposto la pubblicazione, sul suo sito aziendale, di una dichiarazione rettificativa.

“Con particolare riguardo ai profili di ingannevolezza della pratica – si legge in una nota dell’Antitrust – l’Autorità ha ritenuto che la presentazione, da parte di Optima Italia, dell’offerta come flat (a tariffa fissa), nella misura in cui, da un lato, enfatizzava in modo suggestivo la stabilità della spesa mensile e l’invarianza del canone fisso, mentre dall’altro lato ometteva tout court di indicare le effettive condizioni limitative della proposta (quali la presenza di un vincolo di durata minima annuale, la perdita dei consumi risparmiati di valore superiore a quello del Bonus iniziale, l’esistenza di un conguaglio a fine dell’anno contrattuale e le tariffe applicate in tale sede per la fatturazione dei consumi extra-soglia), fosse idonea a indurre gravemente in errore i consumatori circa la reale natura dell’offerta pubblicizzata e, nello specifico, l’esistenza di una spesa fissa mensile, priva di ulteriori costi, parametrata sulle esigenze di fornitura del singolo consumatore”.

Si è trattato secondo l’Antitrust di una pratica commerciale scorretta e aggressiva, esercitando “un indebito condizionamento nei confronti dei consumatori in relazione alla proposta contrattuale, limitandone la libertà di comportamento, inducendoli ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso in ordine alla gestione delle proprie abitudini di consumo e alla prosecuzione del rapporto contrattuale

La condotta della società, spiega l’authority, è consistita nell’applicare a una molteplicità di consumatori una fatturazione a conguaglio che li esponeva all’esborso, in soluzione unica e a fine anno contrattuale, di importi rilevanti che dipendevano dalla taglia inizialmente fissata (canone mensile), rivelatasi spesso sbagliata. I costi erano inoltre fatturati sulla base di tariffe personalizzate non facilmente conoscibili nonché in funzione di dati di consumo non sempre effettivi e realmente aggiornati, peraltro con notevole penalizzazione in caso di recesso anticipato da parte del consumatore.

Optima Italia affida a un comunicato il proprio commento, definendosi “sorpresa” dalla decisione e spiegando di non condividerne la motivazione, “poiché nel corso della propria attività ha sempre agito nel pieno rispetto delle regole del Codice del Consumo, dei propri clienti e del mercato di riferimento”. “Optima Italia, certa della correttezza del proprio operato e da sempre impegnata a costruire relazioni con i propri clienti basate su trasparenza, fiducia e innovazione – conclude la nota – ha già dato mandato ai propri legali per impugnare il provvedimento al TAR e richiederne l’annullamento, valutando contestualmente tutte le opzioni a tutela della propria immagine”.

Testo del provvedimento e dichiarazione rettificativa.

Autore: Avv. Alessandro Tavarini